“Siate creativi, non offrite tutte le stesse cose. La visita con degustazione non basta più ed essere sostenibili, biologici o biodinamici, sono di fatto ormai dei pre-requisiti, i visitatori lo danno per scontato”.
Per Donatella Cinelli Colombini, presidente nazionale delle Donne del Vino e tra i fondatori del Movimento Turismo del Vino, argomento di cui è espertissima e sul quale ha scritto un libro a quattro mani con il senatore Dario Stefàno (“Turismo del vino in Italia. Storia, normative e buone pratiche”, pagg. 198, Edizioni Edagricole”), il 2021 sarà l’anno della ripartenza.
Senza numeri strabilianti come i 14-15 milioni di presenze toccate nell’era pre-Covid, inutile illudersi, ma il nuovo corso presenterà una nuova tipologia di clientela in visita alle cantine, aprendo a prospettive inedite di promuovere il vino italiano e l’enoturismo, corollario divertente e istruttivo dell’ars bibendi.
“Avremo una prevalenza di turismo italiano, con sposamenti se non proprio solo di prossimità, almeno di carattere regionale – preconizza Donatella Cinelli Colombini all’Ufficio Stampa di Vinitaly -. Il 2021 vedrà una prevalenza domestica di escursionismo di breve tratta, con un flusso maggiore per le cantine vicine alle località di villeggiatura e alle città d’arte”.
La minore presenza di stranieri nelle cantine della Penisola avrà conseguenze sulle vendite delle bottiglie, “dal momento che quando vengono dall’estero di solito i turisti portano sempre a casa almeno una o due bottiglie di vino”.
A bilanciare la presumibile cura dimagrante delle vendite agli stranieri, prosegue Cinelli Colombini, produttrice di vino a Trequanda e a Montalcino, nel Senese, “vi sarà il sempre maggiore interesse delle cosiddette esperienze, rappresentato prevalentemente dalle visite guidate con degustazione, sempre più richieste in tutto il mondo e non solo in Italia, con il fatturato derivante dagli intrattenimenti in crescita”.
Una dinamica, sottolinea l’imprenditrice, che tratteggia un altro elemento nuovo, intervenuto dopo la pandemia: l’evoluzione del turista del vino. “Sempre meno, infatti, risponde ai canoni per così dire classici, così come noi produttori lo avevamo conosciuto prima del Covid – spiega l’ideatrice di Cantine Aperte -. Oggi sono diminuiti gli enoturisti che dedicavano attenzione quasi esclusiva al vino, mentre sono cresciuti notevolmente proprio i visitatori in cerca di intrattenimento, ma sono anche aumentate le donne e si è abbassata l’età media dei visitatori, perché il turismo del vino si configura come un amusement, un divertimento che conquista il tempo libero”. Il soggiorno verde, in particolare, sta conquistando sempre più affezionati, forse anche come risposta al lockdown forzato, che ha costretto in molti a vivere nelle città.
Le nuove tecnologie aiutano vigneron e turisti a creare un legame duraturo, ben oltre il tempo dell’esperienza in cantina. “L’innovazione digitale aiuta il cliente a orientarsi, a informarsi, a conoscere la cantina prima ancora di esserci stato e a prenotare la visita – racconta Donatella Cinelli Colombini -. Le tecnologie satellitari lo guidano lungo il tragitto fino alla destinazione, tenuto conto che più della metà delle visite vengono prenotate quando il turista è sul posto. Soprattutto dall’anno scorso è aumentato moltissimo il follow-up successivo alla visita, con una percentuale di apertura delle newsletter superiore alla media, soprattutto per le piccole cantine”.
“Questo significa – puntualizza l’imprenditrice – che toccare con mano le realtà aziendali crea un rapporto più forte fra cantina e turista, con quest’ultimo che vuole rimanere informato sulle novità e continua ad acquistare i prodotti che ha conosciuto direttamente nel luogo di produzione”.
I driver di scelta delle cantine non si limiteranno alle semplici visite e ora più che mai, è convinta Donatella Cinelli Colombini, “vincerà chi saprà adottare keyword vincenti e, come si dice, lunghe”. E così, spazio davvero alla fantasia, dai winery tour con picnic nella vigna, winery tour and trekking, winery tour and biking, e così via. “L’importante è essere creativi e studiare un’offerta che vada oltre la visita con degustazione”.
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